avviare con coraggio le riforme

rinnovarsi attraverso il mutamento di qualitÀ della politica

Le riforme

Negli ultimi anni, il dibattito sulle riforme dello Stato, delle Regioni e sul riordinamento degli enti è andato accentuandosi, con esiti disastrosi dovuti sia alla complessità della materia e, soprattutto, alla ristrettezza delle vedute dei così detti esperti ed operatori del diritto che in quella specificità di argomenti hanno voluto cimentarsi.
Le profonde trasformazioni avvenute nella società italiana, e non solo, la necessità di dare risposte diverse a tutta una serie di bisogni dei Cittadini (lavoro, scuola,, sanità, tempo libero, traffico, inquinamento, difesa del suolo, edilizia abitativa, organizzazione del territorio) hanno rimesso in discussione dal profondo tutto l’assetto dei poteri pubblici (da quello dello Stato a quello delle Regioni e dei Comuni), conseguentemente è necessario uno sforzo di eccezionale ampiezza per ricondurre ad organicità le risposte ai problemi che la società pone.

Per questo motivo ci sembra opportuno:
procedere ad una revisione, il più possibile ampia, della Pubblica Amministrazione con la nomina di una commissione di esperti, degni di tale nome, e di operatori del diritto per una riflessione sul significato da attribuire alla necessità delle riforme e di valutarne la portata.
adottare un metodo aperto, come approccio, che coinvolga tutte le istituzioni, dallo Stato alle realtà di raggio minore, al fine di evitare che modifiche non coordinate possano renderle incompatibili con la normativa che regola l’attività delle altre amministrazioni, con il rischio di creare confusione e di vanificare l'intero impianto della riforma.
inserire le riforme in una visione organica dello Stato italiano, nel quadro della sua collocazione nell’Unione Europea ed in rapporto alle altre realtà sovranazionali.
nel quadro delle riforme, ridefinire l’assetto degli enti, funzioni e compiti, e la loro ragion d’essere, le modalità di partecipazione dei Cittadini alla politica, rappresentanza e costi.

Il Cittadino protagonista

Le riforme debbono essere rivolte a ridefinire le modalità di partecipazione dei Cittadini, nella elaborazione delle politiche nazionali e locali, affinché Essi possano riappropriarsi del loro diritto ad esercitare il controllo pieno sulle scelte della politica e non essere, invece, invocati a sproposito da chi governa per “giustificare” il proprio operato.
Per raggiungere tale obiettivo si dovranno attivare strumenti adeguati attraverso i quali i Cittadini saranno periodicamente informati e consultati.
Gli strumenti saranno di natura istituzionale e tecnologica.
cittadinanza politica: Il diritto di rappresentatività diretta va garantito a tutti i cittadini (uomini e donne) come libera espressione della comunità civile, in conformità dei principi di garanzia e di libertà fissati dall’ordinamento costituzionale.    Documento
rappresentanza: Dovrà essere ridefinito e garantito il diritto di rappresentanza per tutti quei Cittadini che intendono partecipare in forma associata alla risoluzione di problemi collettivi e all’assunzione di decisioni di interesse pubblico. Il Governo, pertanto, dovrà garantire a tutti il diritto di associarsi in organismi collettivi per allargare gli spazi di partecipazione e dovrà rispetterne il principio di rappresentanza.
rete: Si dovranno attivare altri strumenti di democrazia, messi a disposizione dalle moderne tecnologie, attraverso i quali i Cittadini potranno verificare lo stato di attuazione dei programmi politici e potranno esprimere la loro opinione su temi di grande attualità.   In tal modo la rete si trasformerà in uno strumento di partecipazione attiva e contribuirà ad esaltare la democrazia diretta.

Rendere i Cittadini protagonisti è un diritto racchiuso nella definizione stessa di democrazia, e dare spazio e dignità al Cittadino è una occasione per fare rinascere la speranza, per sviluppare strumenti di vigilanza sulla qualità e la trasparenza della politica, per recuperare il senso di legalità e di contrasto alla corruzione e, di conseguenza, per fare recuperare credibilità nelle istituzioni ed anche, in un contesto di profonda crisi economica, per riconquistare la fiducia dei mercati e a favorire la ripresa.
È una occasione per crescere, per crescere insieme, affinché la “democrazia” non diventi una scatola vuota.
 

Efficienza e produttività

Le riforme non possono riguardare soltanto lo Stato o le Regioni, ma devono allargarsi alle Autonomie locali, e sollecitare, per un verso, una apertura alle problematiche del decentramento e del nuovo assetto dei poteri locali, per altro la riorganizzazione dei servizi e degli uffici, come passo essenziale sulla via per rendere concreto il “nuovo” da tutti auspicato.
Si tratta di predisporre un piano generale di riorganizzazione degli uffici, dei servizi e delle aziende speciali in base a criteri di efficienza, di economicità di gestione e di sviluppo della professionalità del personale.
Il superamento dell’attuale modello, tuttavia, dovrà procedere di pari passo con l’introduzione di strumenti e procedure che possano consentire di guidare i fattori di cambiamento e garantire una migliore produttività delle risorse impiegate, anche in termini di spese di funzionamento.
Le tecnologie d’informazione e comunicazione (TIC) ne rappresentano lo strumento efficace.
Il passaggio verso le nuove frontiere del digitale e l’approccio al governo “aperto e, soprattutto, partecipato” possono assicurare la garanzia più idonea per dare risposte alle esigenze di questa società in forte cambiamento.
La definizione degli obiettivi, la misurazione dei benefici conseguiti, dei risultati raggiunti e la bontà del ciclo operativo sono strumenti di buon governo che, in definitiva, consentono una più precisa responsabilizzazione delle unità di gestione e quindi dei rami di amministrazione, anche intesi nel senso tradizionale.
Non vi può essere, infatti, efficienza ed economicità senza meriti o demeriti e in definitiva senza responsabilità.
 

Un piano per le risorse umane

Come sul versante generale delle riforme riteniamo necessaria una maggiore consapevolezza, sul piano della loro concreta attuazione riteniamo che le novità disegnate, una volta approvate, debbano camminare sulle gambe degli uomini destinati ad attuarle.
Cioè, sarà possibile raggiungere gli ambiziosi obiettivi delle riforme, se inseriti in un quadro di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, puntando ad una adeguata formazione del personale al fine di esaltarne il valore legato ai risultati.
In tale quadro gli enti locali saranno chiamati a redigere un piano straordinario di stabilizzazione del personale attualmente precario, secondo linee di indirizzo che saranno impartite dalla Regione e legando le assunzioni alle mansioni che il personale dovrà svolgere ed ai servizi che dovrà erogare.
Il superamento, quindi, dell’attuale modello della Pubblica Amministrazione, il riordinamento degli enti e degli uffici ed il percorso formativo delle risorse umane danno la possibilità di razionalizzare il lavoro, con grandi vantaggi per la qualità dei servizi.
Efficienza, economicità e professionalità diventano così categorie di riferimento per una adeguata risposta alle attese dei Cittadini, anche per l’aumentata domanda di servizi pubblici e per i crescenti costi, non sempre corrispondenti alla qualità di risorse assorbite.
 Documento ebook      

scelta dei dirigenti
Per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali, poi, oltre ai titoli acquisiti per esperienze e per studi effettuati, agli aspiranti all’incarico sarà chiesto di predisporre un progetto di gestione che illustri la propria capacità di iniziativa e gli obiettivi che intende privilegiare in rapporto ai risultati che intende raggiungere.
I contenuti del progetto saranno uguali a quelli per la scelta dei manager, così come descritti nella pagina "La sanità"