Beni culturali e ambientali

Il nostro è un patrimonio che nessuno può copiare, che non si può delocalizzare, che non risente della crisi e non passa mai di moda
Ed è sotto gli occhi di tutti quanto possa fruttare


Il patrimonio culturale

Un’intera enciclopedia non basterebbe per passare in rassegna il grande patrimonio culturale che possiede la Sicilia; un patrimonio che una classe politica incapace non ha mai saputo sfruttare per il benessere economico della Sicilia.
L’analisi degli scenari del patrimonio consente di definire uno contesto importante sui potenziali percorsi dell’offerta culturale che la Sicilia può offrire e può trasformare in una leva per la promozione dello sviluppo.
A cominciare dai grandi attrattori dei siti UNESCO e dalle aree archeologiche ben rappresentate dalle colonie greche, ma anche dai siti archeologici minori, dai biotopi culturali, dai luoghi del racconto filmico e dalle land-art.
A seguire, poi, con i luoghi sedi del potere regale, con il circuito dei Castelli, con i luoghi dell’Identità e con le Case-Museo, ed anche con i luoghi del sacro e con quelli della testimonianza della storia urbana.
Per finire con i Musei pubblici regionali, con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e con i Musei scientifici e con i Musei locali
Un panorama variegato del patrimonio museale e culturale nel quale spiccano poli di eccellenza ed asset strategici che consentono di porre in essere iniziative e politiche di intervento di ampio respiro per una strategia complessiva di valorizzazione economica e turistica dell’offerta culturale.
Per raggiungere tale obiettivo è necessario rimuovere le tante criticità che ne sacrificano la fruizione e rivedere le forme di gestione degli asset culturali per definire meglio le tipologie delle offerte, la dotazione dei servizi e le strutture di supporto alle visite.
Dovranno essere incentivate, inoltre, le attività espositive temporanee nei musei e creare reti di collegamento e di sistemi organizzati tra i vari siti di cultura.
Per la ricostruzione dello scenario quantitativo e qualitativo dell’offerta culturale è necessario raccogliere, infine, i dati storici dei beni, anche con alcune indagini di campo, in un data base adeguato e poterli elaborare per avere un quadro evolutivo delle dinamiche del turismo e del suo sviluppo.
Riportiamo due doccumenti con alcuni spunti per un approfondimento della tematica ed una documentazione fotografica sul degrado del parco archeologico di Segesta.
 Documento   spunti per un censimento del patrimonio artistico-culturale
 Documento   considerazioni su "La cultura e gli strumenti della new economy"
 Documento   rassegna fotografica sul degrado del parco archeologico di Segesta

Musei e tecnologie web

La tecnologia web, applicata alla gestione dei musei e dei siti d’arte, è diventata una risorsa importante per diffondere informazioni sulle collezioni museali, mostre, programmi educativi e di intrattenimento.
In alcuni musei, in cambio di una vasta gamma di servizi, il visitatore potrà registrarsi e fornire dati e informazioni che lo riguardano. In tal modo l'osservatore (di opere d'arte) viene a sua volta osservato (dal museo).
Con i dati personali e le informazioni sul comportamento dei visitatori il museo può conoscere i gusti dei visitatori e, di conseguenza, elaborare strategie adeguate ai fini di marketing ed aumentare i ricavi.
Siffatte applicazioni, naturalmente, presentano una complessa serie di problemi di sicurezza dati, che è necessario affrontare sin dalla prima fase di progettazione, e di privacy dei visitatori.
C'è, poi, anche una questione di offerta culturale. Se, per favorire un pubblico più largo, le scelte artistiche troveranno fondamento solamente nei gusti dei consumatori si correrà il rischio di favorire le mostre blockbuster a scapito delle esposizioni più innovative e più ambiziose.
È necessario, quindi, farsi carico di questi problemi e realizzare una piattaforma tipo che possa servire da modello per tutti i musei ed i siti d’arte della Sicilia, tenendo conto anche di alcune scelte di sicurezza da mettere in atto sin dalla fase di progettazione.
In particolare:
 Sviluppare un software adeguato a realizzare una piattaforma modello in modo tale che, una volta inseriti i dati di base, il computer si farà carico di realizzare siti sicuri e senza costi aggiuntivi per tutti i musei e i siti d’arte della Sicilia;
 Individuare le probabili minacce in modo che possa essere possibile prevenirle ed assicurare le contromisure adeguate;
 Adottare un approccio sistematico per i settori vulnerabili quali: controllo e registrazione utenti per garantire la responsabilità; la configurazione, la sessione, e le eccezioni di gestione; distribuzione; validazione dell'input; l'autenticazione e l'autorizzazione; la crittografia e la sensibilità dei dati.
 Studiare e realizzare alcune applicazioni che possano consentire al visitatore una partecipazione interattiva con l’opera d’arte e possa trasmettere la sua esperienza e le sue sensazioni ai propri amici (visitatore testimonial).



 

I beni ambientali

In Sicilia, per i comuni che si affacciano sulla costa, il mare rappresenta un bene di straordinario valore economico ed anche un luogo di evasione e di relax.
Un luogo deve le relazioni tra l’uomo e il mare, coinvolgono sia il mondo dei pescatori sia quello degli operatori turistici, sia quello di chi per svago o per cultura ha voglia di vacanze
Ricco di sole e di cultura, il paesaggio scorre lungo la fascia costeggiando il mare con le sue risorse sommerse, naturali ed archeologiche.
Al suo interno, nelle zone collinari e montane, i beni ambientali sono nobilmente rappresentati dai parchi e dalle riserve naturali, ove allo stretto intreccio tra tutela del paesaggio e dell’ambiente si collegano attrattive turistiche e offerte culturali: una sorta di circolo virtuoso che costituisce, tra natura, storia e cultura, un grande patrimonio da scoprire.
Sono i Beni Ambientali di Sicilia”.
In tale contesto essi assumono il ruolo di soggetto importante per un turismo di qualità che unisce città e paesi ricchi d’arte con la voglia di scoprire angoli di paesaggio all’insegna dell’ozio (latino!) e del riposo, fisico e spirituale.
Se a questo interesse culturale si riuscisse a collegare la promozione di quelle attività che possono dare risposte adeguate alla sempre crescente “domanda di natura” ed alla richiesta di qualità dei prodotti, di sicurezza alimentare e di sostenibilità ambientale, i Beni Ambientali potrebbero rappresentare la grande sfida che crea lavoro e benessere.
Purtuttavia, nonostante l’incidenza che esercitano sulle economie locali e regionale, le attività economiche ed le prospettive di lavoro soffrono per le criticità di cui è afflitto il turismo ed hanno bisogno di politiche di ampio respiro per dispiegare le grandi potenzialità.


 

Parchi naturali

Nel febbraio del 1987 nasce il primo parco naturale in Sicilia; “il parco dell’Etna”.
È un atto di nascita che la Sicilia ha voluto regalare all’Europa e al Mondo intero e che ha voluto vivere come occasione per maggiori stimoli verso nuovi traguardi, proprio in quell’anno definito come “anno internazionale dell’ambiente”.
La istituzione del parco venne, allora, celebrata come prima tappa di un programma più vasto che la Regione, con il passare degli anni, ha riempito con 5 parchi e 72 riserve naturali.
Sono passati trent’anni ed ancora dobbiamo affrontare il tema rilevante dello sviluppo del territorio, come luogo di incontro tra “green economy e green society”.
Il territorio dove ricadono i parchi hanno un’economia tradizionalmente basata sull’agricoltura e sull’artigianato, che solo nell’ultimo decennio si è leggermente svegliata con le attività connesse alla fruizione del parco e dell’agroturismo.
Il numero degli abitanti censiti si è quasi dimezzato negli ultimi cinquant’anni, portandosi ad un livello inferiore a quello del 1861, per la mancanza di iniziative economiche di significativa dimensione ed il declino della attività agricola, con conseguente forte movimento migratorio.
In questo quadro, è necessario assumere alcune iniziative di rilancio che possano accentuare i segni di ripresa registrati con le attività di agroturismo e possano diventare, anche, importante fattore di ottimizzazione e di stimolo per lo sviluppo locale.
In tale ottica, puntando su energie giovanili, si possono valorizzare le potenzialità espresse dal territorio e, nel quadro delle politiche di coesione, favorire un adeguato recupero delle aree economicamente più depresse.

 Documento   in questo documento sono riportate alcune considerazioni per la realizzazione di strutture per il miglioramento della fruizione del patrimonio tutelato, per attività di sensibilizzazione e di promozione ambientale