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prevezione, stile di vita, cibo e salute


Il diritto alla salute

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività …” [ Art. 32 Costituzione ]
Nel richiamare questo principio si è voluto fare riferimento a “la più bella Costituzione del mondo” per mettere in risalto che la salute è un diritto fondamentale della persona ed anche un interesse collettivo della società.
La tutela di questo diritto va comunque garantita sia in caso di cure necessarie per fare stare bene il cittadino, sia in caso di salvaguardia da rischi e da pericoli o da situazioni igienico-sanitari ed ambientali che potrebbero comprometterne lo stato di benessere.
La portata garantista di questo principio di civiltà, che ci distingue anche fra i Paesi più progrediti, deve essere ricondotta fra i compiti primari dello Stato per realizzarne la piena effettività.
Le iniziative da mettere in campo sono tante e, in ogni caso, debbono essere finalizzate:
 a scelte legislative mirate alle prestazioni sanitarie da erogare;
 al rafforzamento della tutela delle fasce più deboli e meno abbienti;
 alla rimozione dei rischi e dei pericoli nocivi alla salute dei cittadini;
 alla promozione della salute nei luoghi di lavoro e nelle scuole;
 a garantire un'alimentazione sana e sicura.

Sul piano della fattibilità concreta, per ogni tema, il Governo si avvarrà della esperienza e della competenza di esperti di valore, al di fuori dei cerchi magici o delle vicinanze territoriali, nel definire gli obiettivi e le strategie per raggiungerli.
Le risultanze saranno portate all’attenzione dei cittadini e delle rappresentanze delle organizzazioni sanitarie per acquisire il loro parere, secondo tempi e modalità ben definiti.

I costi della sanità

La situazione è a dir poco drammatica: costo insostenibile della spesa sanitaria e 12 milioni, circa, di cittadini costretti a rinunciare alle cure.
Analisti e studiosi parlano chiaro e i dati sono scoraggianti: la sanità pubblica arranca, le liste d’attesa si allungano e i cittadini, quelli che possono disporre di qualche risparmio, sono costretti a rivolgersi alla sanità privata, indebitandosi sino a entrare nella fascia di povertà.
Inoltre, pazienti insoddisfatti del servizio sanitario della propria regione costretti a spostarsi – soprattutto dal sud – per una prestazione sanitaria auspicabile nel tempo di un anno, con gravi costi sul bilancio delle famiglie.
Disuguaglianze da una parte e dinamiche demografiche dall’altra – tra le prime l’invecchiamento della popolazione - e soprattutto un progressivo disinvestimento dalla sanità pubblica prefigurano scenari scoraggianti e conseguenze drammatiche.
La sofferta situazione ha indotto i governi a adottare tentativi di contenimento che i giornali hanno ben illustrato con titoli del tipo “Tagliare i costi in sanità”.
E, come in tutte le decisioni portate avanti per tentativi, è stata individuata la scorciatoia che ha portato al contenimento del costo del personale, della riduzione degli spazi operativi e della fornitura di beni e servizi.
Tale strategia ha prodotto effetti opposti, facendo lievitare i costi e, ancora peggio, a scapito della qualità delle prestazioni erogate e delle cure somministrate, non sempre risultate in linea con i protocolli di cura condivisi dalla comunità medica nazionale o internazionale.
Non vi è dubbio che il contenimento dei costi va effettuato, anche perché per taluni la sanità è diventata l’industria della salute con un business ad alta intensità, ma in ogni caso deve essere strettamente correlato:
 alla scelta di buoni manager;
 ad una più efficiente gestione dei servizi (eliminando disfunzioni e corruzione);
 alla qualità delle prestazioni da erogare (salvaguardando e valorizzando le risorse umane necessarie).  

La medicina di famiglia

Il medico di famiglia rappresenta il punto di riferimento per la salute dei cittadini, fondato sulla fiducia.
Egli conosce bene lo stato di salute dei suoi assistiti e, quando necessario, ne segue il percorso terapeutico anche all’interno delle strutture del servizio sanitario.
Esercita un ruolo professionale importante nell’assistenza dei propri pazienti nel contesto della famiglia, ne promuove la salute e svolge un'azione educativa rivolta alla prevenzione dei fattori di rischio e delle malattie.
Partecipa a campagne programmate di educazione sanitaria (ad es. educazione alimentare), di prevenzione primaria (ad es. vaccinazioni e screening oncologici) e di prevenzione secondaria (ad es. diagnosi precoce di alcuni tumori).
In altri termini, il ruolo e l’attività professionale che svolge nella società fanno del medico di famiglia un punto di riferimento imprescindibile per le scelte dei servizi sanitari, per l’educazione a stili di vita salutari e per l’adozione di comportamenti appropriati in situazioni di malattia e riabilitazione.
Accanto al medico di famiglia un’altra figura sanitaria importante, chiamata ad assolvere ad una funzione importante nel promuovere la salute del cittadino, è il pediatra di famiglia.
Entrambi le figure, medico di famiglia e dell'infanzia, rappresentano un valore condiviso per le attività di servizio sanitario e si pongono come elemento determinante tra l’assistenza ospedaliera e quella territoriale.
Ma oggi, nonostante l’importanza ed il valore della loro attività, è necessario andare oltre e definire il contesto entro il quale il contributo della medicina di famiglia si può espletare al meglio e mettere al servizio del paziente professioni sanitarie più diverse al fine di assicurare competenze di alto livello.

Un nuovo modello
 puntare su un diverso modello assistenziale, incoraggiando la medicina di gruppo e facendo della interprofessionalità una "priorità strategica";
 ai fini della promozione della salute, inserire la medicina di base in una rete che coinvolga ospedali, scuola e cittadini;
 coinvolgere il medico di famiglia o dell'infanzia nella prenotazione dei ricoveri ospedalieri in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale.
La prenotazione e l'invio telematico, in anteprima, della documentazione clinica del paziente e, se necessario, quella della famiglia  aiuta a formulare tempestivamente la diagnosi e a ridurre i tempi della degenza. Tutto con notevoli vantaggi sia in termini di minori disagi al paziente, sia in termini economici per la riduzione della durata e dei costi di degenza.  

La scelta di buoni manager

"Per far funzionare bene la sanità ci vogliono buoni manager”. 
L’affermazione è sacrosanta; ma sulla bocca di ministri e di illustri esponenti di quella partitocrazia che da decenni saccheggiano le ASL, con conseguenze disastrose sul rapporto costi e qualità, ha il significato di volere, ancora una volta, continuare per il futuro con dirigenti famelici e raccomandati.
Sul metodo di selezione, poi, i soliti signori hanno dato sfogo alla fantasia: dai test psico-attitudinali ai colloqui faccia a faccia oppure alle prove scritte.
Ed anche in questi casi, chi dovrebbe selezionare e reclutare manager tanto taumaturgici ?
La risposta è semplice. Certamente quella classe politica che per anni ha martoriato il Paese e, in occasione delle nomine CONSIP (e non solo), si à premurata a comunicare che, trattandosi di un luogo sensibile, si sarebbe usata la massima cautela.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti  ( ! )
Non v’è dubbio che nel reclutamento degli aspiranti all’incarico si debba tenere conto dei titoli posseduti, comprese le esperienze maturate.
Ma, non basta.  Facendo tesoro del “bell'esempio” dato dalla classe politica nelle storie più recenti, gli aspiranti all’incarico, oltre ai titoli, debbono potere dimostrare di possedere anche le capacità necessarie a garantire servizi eccellenti, con metodi di efficienza e di produttività.
Il procedimento atto a garantire risultati soddisfacenti si può individuare nella predisposizione, da parte dei candidati, di un progetto che illustri la propria capacità di iniziativa e di governo dell’ente.
La valutazione dei titoli e della bontà del progetto dovrà essere affidata ad una commissione di esperti esterni alla politica.

Contenuti del progetto
A.   Una scheda che riporti:
 gli studi e i titoli accademici conseguiti, le pubblicazioni e le ricerche effettuate;
 le esperienze di lavoro maturate ed i risultati raggiunti;
B.  un piano in cui:
 siano definiti gli obiettivi da privilegiare ed i risultati da raggiungere;
 siano individuati metodi di coinvolgimento delle risorse umane agli obiettivi ed ai risultati che si intendono raggiungere;
 sia illustrata la modalità di gestione dei servizi secondo canoni di efficienza, di economicità e di produttività (puntando ad eliminare disfunzioni e corruzione).
C.  titoli da allegare:  

Nutrizione e salute

Il rapporto tra nutrizione e salute è un tema che riscuote sempre più interessanti adesioni nella comunità scientifica, sia per gli aspetti collegati a problematiche mediche specifiche, sia per le attività di prevenzione finalizzate a ridurre il rischio di parecchie malattie.
La qualità dei cibi, infatti, si pone alla base dello sviluppo umano, fisico e mentale, mentre una alimentazione poco equilibrata o scorretta può generare condizioni di disordine o vere e proprie patologie.
L’Organizzazione mondiale della sanità, in molte occasioni, ha sottolineato come una corretta nutrizione può costituire, assieme ad una adeguata attività fisica ed al controllo di altri fattori di rischio, uno strumento di prevenzione.
In tale direzione si inserisce anche il lavoro della Commission on Ending Childhood Obesity (ECHO) che il 25 gennaio 2016 ha pubblicato il report conclusivo di una ricerca, durata 2 anni e svolta in oltre 100 Paesi membri.
Purtroppo, alla base degli attuali modelli alimentari ci sono ancora eccessi che minano silenziosamente il benessere dell’individuo e ne condizionarne il funzionamento.
Dall’obesità alle cardiopatie, dalle malattie metaboliche ai tumori, dalle patologie infiammatorie a quelle strettamente legate all’invecchiamento, il cibo custodisce segreti che possono aiutare a prevenire il rischio o a curare efficacemente molte malattie.

Proposta 
L’idea è quella di riunire attorno a un tavolo studiosi e ricercatori delle Università italiane ed estere, per mettere a confronto i risultati delle ricerche finora effettuate sul rapporto nutrizione – salute e fare il punto sui scenari futuri che si possono aprire con un lavoro comune.
Nella maggior parte dei Paesi europei, sebbene l’alimentazione e la salute siano state assunte come priorità per fronteggiare la crescita di talune patologie strettamente collegate alle abitudini alimentari, fino ad ora non si sono riscontrati significativi miglioramenti.
I tentativi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per scegliere cibi sani e stili di vita, consoni alla tutela della salute ed al benessere fisico, non sembrano avere portato a significativi cambiamenti.
Per tali motivi si ritiene necessario affrontare il tema con un approccio interdisciplinare e multidisciplinare, sia dal punto di vista scientifico che metodologico, per pervenire a cambiamenti significativi di abitudini alimentari e stili di vita dei cittadini, a partire dall’età evolutiva.

La ricerca abbraccerà l’intero arco di vita dell’uomo, dalla nascita all’invecchiamento, con particolare riguardo al periodo di concepimento e gravidanza,
Con la rete, poi, saremo in condizione :
 Prevenzione e promozione della salute;
 Patologie oncologiche, infiammatorie e degenerative;
 Patologie del metabolismo e del circolo;
 Patologie dell’invecchiamento e della fragilità.  

Rete e Promozione della salute

La promozione della salute, pur essendo un concetto teorizzato in varie epoche storiche (1960 e 1970), trova la sua organica formulazione con la Carta di Ottawa (1986).
A distanza di trent’anni, essa costituisce ancora un documento di riferimento importante, quanto attuale, per lo sviluppo di un processo che consente all’individuo di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla in un contesto di azioni sinergiche e intersettoriali con altri ambiti sociali.
Già nel 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha promosso un network, “Health Promoting Hospitals” (HPH), come approccio sistematico capace di collegare ospedali e servizi sanitari, comunità ed ambiente e di migliorare la qualità dell’assistenza.
Seguendo l’indirizzo dell’OMS, è necessario definire un percorso concreto per promuovere una rete che coinvolga ospedali, scuola, cittadini e medici di base.
La rete deve rappresentare “il luogo” o “il contesto” per attività finalizzate a risolvere problemi strettamente connessi con la salute dei cittadini, prenotazione per interventi ospedalieri, invio di documenti, ma anche per iniziative di sensibilizzazione e di prevenzione delle malattie.
In tale contesto un ruolo importante sarà svolto dalla medicina di famiglia, dalla scuola e, soprattutto, accorcerà i tempi della degenza ospedaliera, consentendo grandi risparmi nella spesa sanitaria.
In concreto, le attività:
 Scuola e promozione della salute;
 Il contributo della medicina di famiglia;
 Prenotazione ospedaliera ed invio di documenti on line;
 modellazione e pianificazione dei servizi sanitari,
 Strumenti di comunicazione, di formazione e aggiornamento.  

Rete e formazione

Gli strumenti di comunicazione tra medici di base e pediatri, scuole, ospedali e centri di ricerca medica saranno espletate da un apposito network.
La trasmissione digitale dei documenti costituirà un efficiente strumento di dialogo che può condurre ad una informazione di qualità.
Ecco gli strumenti:
 Salute & Vita giornale digitale: ampio spazio riservato alla rassegna dei risultati conseguiti dalle ricerche italiane ed estere e degli articoli e notizie riportati sulle riviste mediche. Si tratta di una iniziativa interessante perché le informazioni sui progressi scientifici in materia saranno raggruppate per argomenti omogenei ed illustrate da medici e studiosi del settore.
   Casi di studio  sono schede di approfondimento di casi clinici proposti dai medici di base. Rappresentano una innovativa strategia di comunicazione tra la cultura universitaria-ospedaliera e la medicina di base ed anche un efficace strumento di conoscenza per la promozione della salute.
   Approfondimenti: supplementi specialistici di particolare interesse, legati all’attività di studi e di ricerca sperimentale sul campo. Questa attività può essere svolta da giovani ricercatori o nel corso degli studi delle scuole di specializzazione.  

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